
sabato 19 dicembre 2009
venerdì 30 ottobre 2009
LO STATUTO DEL PICCOLO CENACOLO
E' sulle orme delle prime comunità cristiane.
L'obiettivo è il cambiamento del cuore, secondo la promessa di Dio in Ezechiele:
"Vi daò un cuore nuovo...metterò dentro di voi uno spirito nuovo...toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne" (Cap. 36,26).
Il cammino si svolge in tre fasi che si integrano in un'unica esperienza di vita d'Amore con Dio e i fratelli.
Esperienze che di continuo si rinnovano, si approfondiscono e durano tutta una vita.
E' il cammino sempre nuovo dell'Amore: la comunione dei cuori tra i fratelli della comunità ecclesiale.
Di questo Piccolo Cenacolo, il gran maestro interiore è lo Spirito Santo che dà la conoscenza dell'Amore del Padre e del Figlio.
Questo cammino spirituale di laici risponde alle esigenze del carisma del nostro Fondatore, San Gaetano Errico; Dio è Amore e questo Amore lo vuole dispensare nei nostri cuori per accenderlo nel cuore del prossimo.
La base spirituale del gruppo è la preghiera assidua del cuore, l'ascolto della Parola, la concentrazione che è il dono che lo Spirito Santo concede a chi nell'umiltà e sincerità del cuore si prepara ( a mettersi ineriormente in ascolto) per l'incontro interiore con il Signore.
Modello è il Magnificat della Vergine Santissima, che esprime i suoi sentimenti, che devono essere anche i nostri.
"Ha guardato l'umiltà della sua serva": umiltà del cuore.
"Ha fatto in me cose grandi, Colui che è potente": sincerità del cuore.
Al centro della vita quotidiana c'è L'Eucaristia, cibo di vita, ed il Rosario dei Sacri Cuori, che celebra la Potenza dello Spirito d'Amore nella vita sacramentale della Chiesa.
Nel Rosario ci rivolgiamo ai Sacri Cuori, perché con la loro Onnipotente mediazione ed intercessione implorino, (il, Cuore di Gesù presso il Padre, il Cuore di Maria presso il Figlio e presso lo Spirito Santo, suo divino Sposo) il fuoco di Dio Amore da accendere nel proprio cuore per accenderlo nel cuore del prossimo.
La certezza del dono di amore è nella promessa del Padre celeste:
"Vi darò un cuore per conoscermi" è il Cuore teandrico di Cristo (cioè aggettivo della natura di Cristo, umana e divina insieme) che dà la comunione con il Padre e nella promessa del Padre Fondatore che nella Regola, ci assicura.
"Avranno senz'altro l'amore, quando conosceranno Dio, Sommo Bene e Colui che ci ha inviato Nostro Signore Gesù Cristo".
Il desiderio del Cuore di Cristo: "Io sono venuto a portare il fuoco sulla terra e come vorrei che fosse già acceso" (Luca 12,49), vuole essere vissuto da questo piccolo gruppo nel silenzio, nel raccoglimento della preghiera unanime, nell'umiltà e sincerità del cuore, insieme al Cuore Immacolato e Addolorato di Maria, come nel "CENACOLO" dai primi discepoli.
lunedì 14 settembre 2009
IL NOSTRO RAPPORTO CON LO SPIRITO SANTO
a) Imparare a interrogare lo Spirito Santo:
- a volte non risponde subito, per accrescere il senso di responsabilità;
- sovente la risposta è contraria alle nostre aspettative, perché le vie Sue non so¬no le nostre.
b) Imparare a discernere la Sua dalle altre voci:
- non parla mai contro il buon senso;
- non invita mai al male;
- costantemente spinge a compiere i nostri doveri.
c) Imparare a ubbidire allo Spirito:
- lo Spirito vuole sempre portarsi alla pienezza della comunione con Dio e alla festa interiore del cuore!
d) Chiedersi: quali sono per me oggi, i desideri dello Spirito?
- vittoria sul male;
- crescita e sviluppo dei doni;
- tensione continua alla santità.
e) Invocazione dello Spirito
- è il dono da chiedere continuamente per il nostro cuore, la nostra vita, per gli altri.
sabato 5 settembre 2009
S.LUCIA - TEMPIO DELLO SPIRITO
Infieriva la persecuzione contro i Cristiani, al tempo dell'Imperatore Diocleziano. Una giovanetta aveva offerta a Dio la sua verginità e rifiutò le nozze di un pagano. Per vendetta fu accusata come Cristiana. Eccola davanti al giudice Pascasio.
Lo Spirito Santo, che aveva ispirato alla giovanetta il voto di verginità, al momento della prova le venne in aiuto.
Il giudice le ordinò di adorare le divinità pagane; essa energicamente si rifiutò, anzi cominciò a cantare le lodi del Cristianesimo.
Indispettito Pascasio, esclamò: Ora cominceranno i tormenti e tu cesserai di parlare. -
La fanciulla rispose: Ai servi del Signore non possono mancare le parole, perché Gesù Cristo ha detto: Quando vi condurranno davanti ai tribunali, non preoccupatevi di ciò che dovrete dire, ma quello che in quel momento vi sarà dato, quello dite; poiché non parlate voi, ma è lo Spirito Santo (San Marco, XIII-11). -
Il giudice soggiunse: Forse c'è in te lo Spirito Santo?
- Sl; perché coloro che vivono nella purezza, sono tempio dello Spirito Santo. - Farò in modo che lo Spirito Santo ti lasci. -
Terribile fu la prova; ma lo Spirito Santo, Spirito di Fortezza, non solo fortificò la volontà della giovane cristiana, ma ne rese immobile il corpo; cosicché, appena i soldati le misero le mani addosso per trascinarla là ove il giudice aveva comandato, quel corpo verginale rimase come pietrificato.
Non riuscendo i soldati a smuoverla, tentarono di farla trascinare da sei paia di buoi; fu inutile.
La fanciulla allora fu cosparsa di pece, di rèsina e di olio bollente e si appiccò il fuoco, affinché le fiamme la divorassero. Il fuoco dell'amore divino era più potente di quello materiale; le fiamme non le fecero alcun male.
Si ricorse ad altri tormenti e tutti furono superati. Iddio aveva avuto dalla sua diletta serva la grande prova d'amore e volle che andasse presto in Cielo nella schiera delle Vergini. Un soldato infine le trapassò la gola con la spada.
La martire non morì subito. Lo Spirito Santo le illuminò la mente e le diede il dono della profezia, facendole predire che dopo la morte di Diocleziano e di Massimiano
L'eroina di cui si è ricordato il martirio, è Santa Lucia.
Chi è questo Spirito Santo, che innamora della verginità, che porta all'eroismo, che dà la forza a milioni di Martiri, che opera prodigi?
È il Sole Divino, che illumina, riscalda, feconda e santifica. Si tolga il sole dal firmamento e cessa la vita sulla terra; togliamo l'opera dello Spirito Santo nel mondo e cessa ogni forma di santità e di bene.
giovedì 3 settembre 2009
Il piccolo cenacolo

L’ultima fase della lunga vita del P. Arpino si caratterizzò per un suo impegno particolare con i fedeli laici. Già ad Afragola si era dedicato alla guida spirituale delle comunità neocatecumenali. A Secondigliano, incominciando dall’anno 1990, diede origine con un gruppo di fedeli laiche al “CENACOLO”.
Nella sua lunga esperienza di confessore e direttore di spirito aveva imparato che non c’è vera conversione se non parte dal cuore. Con il “PICCOLO CENACOLO” si proponeva di far vivere ai fedeli laici un’esperienza forte della presenza dello SPIRITO SANTO, perché alla sua luce potessero conoscere la propria vita e decidere il cambiamento. Infatti dice: “ Di questo Cenacolo il gran maestro è lo Spirito Santo”. Egli vedeva nel “PICCOLO CENACOLO” una risposta al carisma del Fondatore: “Dio è Amore, scriveva in una lettera inviata al P. Generale, e vuole dispensare il suo amore nei nostri cuori, perché noi lo accendiamo nel cuore del prossimo”. Il “PICCOLO CENACOLO” doveva, perciò, essere il luogo, dove ci si potesse accendere dell’Amore di Dio per accenderlo, poi, nel cuore degli altri.
Proponeva uno stile, che rispecchiava la sua vita: “Vivere nel silenzio, nel raccoglimento e nella preghiera continua ed unanime” ed un impegno che era prettamente spirituale: “La preghiera assidua del cuore, l’ascolto della Parola, l’Eucaristia ed il Rosario, vissuti nell’umiltà e sincerità di cuore, insieme al Cuore Immacolato ed Addolorato di Maria Vergine”.
In questo gruppo P. Arpino esprimeva tutta la sua esperienza interiore e testimoniava l’ansia apostolica del
Missionario dei Sacri Cuori: accendere nel “CUORE” del prossimo l’Amore di Dio.
IL GRANDE SCONOSCIUTO
Ogni tanto qualcuno mi chiede: "Chi è lo Spirito Santo?". Sono sincero: non è facile rispondere. Si tratta di una realtà soprannaturale, che sfugge alla percezio¬ne immediata. Difatti lo Spirito Santo non si manifesta con l'aspetto di un volto umano.
Quando parlo di Dio Padre posso presentarlo come un buon papà; quando parlo di Gesù, leggendo il Vangelo, non ho difficoltà a presentarlo come un uomo in carne ed ossa.
Mi è difficile presentare lo Spirito Santo.
Si legge negli Atti degli Apostoli che S. Paolo, men¬tre era di passaggio ad Efeso, chiese ad alcuni cristiani: “Avete ricevuto lo Spirito Santo, quando siete venuti alla fede?”.
Gli risposero: "Non abbiamo nemmeno sentito dire che ci sia uno Spirito Santo!" (At 19,2).
Evidentemente nessuno gliene aveva parlato.
Temo che, oggi, molti cristiani potrebbero rispondere allo stesso modo a una simile domanda... e la colpa non è tutta loro!
E' penoso pensare che vi siano cristiani, che hanno ricevuto la cresima e non sappiano chi sia lo Spirito Santo e non si curino di saperlo!
Di fronte a tanta indifferenza, si può pensare che per tutti la Terza Persona della SS. Trinità rimanga un Dio lontano, dimenticato, quasi sconosciuto e poco invocato.
Fino a un secolo fa, teologi e laici impegnati, parla¬vano dello Spirito Santo come del grande sconosciuto. Un teologo francese, con un'espressione più pittore¬sca che devota, lo chiamava "il parente povero della Trinità".
In questi ultimi tempi questo seme è germogliato. Difatti: nel 1961, Giovanni XXIII dichiarò beata Elena Guerra e la chiamò "apostola dello Spirito Santo"; nel 1973 Paolo VI ebbe a dire: “La Chiesa oggi ha bisogno dello Spirito Santo. Egli è la sua anima, il suo respiro, il vento delle sue vele”; Giovanni Paolo II nell'enciclica "Dominum et Vivificantem" ha ridato spazio allo Spirito Santo: "Ora che si avvicina il grande Giubileo del 2000, egli inaugurerà un'altra epoca nella storia del cristia¬nesimo".
Oggi si parla molto dello Spirito Santo ma, soltanto pochi sanno chi sia Egli realmente... e la colpa - ripeto - non è tutta loro! Noi sacerdoti insegnamo, giustamente, che Gesù è presente in mezzo a noi nell'Eucarestia, nella persona del Papa, dei poveri... Dovremmo inse¬gnare di più che Egli è presente anche in noi mediante la potenza dello Spirito Santo, che costituisce una delle realtà più consolanti della nostra santa religione. Oggi nel mondo c'è molta scienza e poco amore. E' lo Spirito Santo che parla il linguaggio dell'Amore. Compito più ambito del sacerdote, oggi, dovrebbe essere di far conoscere lo Spirito Santo e di dare ai cristiani il senso vivo del suo possesso.